domenica 7 marzo 2010

Ciurma sconfitta. Mister Conte: "Spero solo che i ragazzi non si montino la testa"

IV Torneo “In ricordo degli Assenti” – Curva Sud Piero
Girone Nero, Prima Giornata

Borgo Croci – Ciurma Nemica 5-2 (4-0)

Formazione Ciurma: Barrassi, Guido, Stramy, Mattia, Enzo, Berli
In panca: Valerio

Marcatore: Enzo (2)

Cronaca

La prima telefonata parte poco dopo la ramanzina ai bambini incapaci e imbarazzati. Mancano tre ore al calcio d’inizio e squadra e tifoseria sono in sede. A fraternizzare. Tensione, tensione spasmodica, nervi contratti, singulti, convulsioni. Fa un freddo lappone, e mareggiate di vento riempiono di spilli la faccia degli eroi dei Santi Guglielmo e Pellegrino. Come Crispino e Crispiano. I cicchetti sciolgono muscoli e lingua. Si parla a ruota libera. Abbiamo visto Fedelissimi e Facce Strane all’opera, le altre avversarie del Moggiano Girone Nero – Girone d’Inferno – che ci è stato dato in dono dalla sorte e dal bim-bum-ba-le-giù. Non sono deboli, ma non sembrano imbattibili. E da due giorni siamo a mille. Del resto: abbiamo allungato il fiato con due partite preparatorie, abbiamo finanche qualche schema nel bagaglio a mano. Possiamo giocarci le nostre carte. E questa sicurezza ci devasta. Non vediamo l’ora che siano le 21. Un’ora prima siamo al campo. E non c’è nessuno. Nessuno striscione in ricordo degli assenti, nessuna pezza, nessuna bandiera. Solo il vento, che ancora procede a mareggiate. Ricapitoliamo le indicazioni: Barrassi andrà tra i pali. Contiamo sulla sua vitalità, anche se è quello che sente di più la partita. In face ha addirittura annunciato che non pensa ad altro da giorni, smascherando quanto vane siano le velleità della sua esistenza. Dietro, a presidiare il blocco, a dare disposizioni ferree alle ali, ai terzini, è Stramy. Confidiamo sulla sua la classe dal centrale-regista. A sinistra Guido, chiamato a rompere col fisico le trame avversarie; a destra Mattia, obbligato a correre verso la libertà. In divisa sembra Beccalossi. È un amuleto vivente del calcio d’un tempo. Dopo poco farà spazio a Valerio e darà avvio al turnover. Enzo-Topazio-Plasmati va in cabina di regia, come il Boncompagni di Non è la Rai senza Ambra. Con la fascia sembra Pamela. Avanti, il Berli, a cui si chiede concretezza. Gli avversari sono in campo. Improvvisamente. È cambiata la scena. Adesso loro hanno la maglia rossa, noi quella bianca, e attorno c’è gente. Il Conte in panchina, nonostante il megafono, da indicazioni sottovoce. Un minuto di silenzio in memoria di chi non c’è più. Il fischio dell’arbitro. Il calcio d’avvio che ci coglie impreparati. Loro fanno girare palla con tocchi semplici ed efficaci. Centro-sinistra-centro-destra-centro. Noi arguiamo che sanno giocare a pallone e cominciamo coraggiosamente ad indietreggiare. Mezzo metro per volta, finché inevitabilmente – seguendo le ferree leggi della fisica – al 2’ è già assedio. Guido spezza qualche azione di qua, Mattia prende qualche pallone di là. Ma in sostanza soffriamo a bestia. Non riusciamo a recuperare palla, e anche se lo facessimo, non sapremmo dove andare. Schiacciati. Loro non tirano, dimostrano di voler pazientare. Giocano come il gatto col topo e per poco Stramy non li beffa: si trova, non si sa come, solo davanti al portiere, lo salta ma perde l’attimo. È il momento migliore della Ciurma. Dura tre giri d’orologio. Tre minuti spettacolari nei quali riusciamo a piazzare un triangolo, una mischia e un colpo di testa telefonato. Poi subentra la stanchezza. E loro passano con un colpo di testa su svarione difensivo. Uno di quei gol che il Barrassi non prende mai. Non si reagisce. E i tre tiri successivi nello specchio sono altrettanti gol. Una media spaventosa. All’intervallo è 4-0. Nella ripresa, per non perdere il ritmo, Borgo Croci insacca il quinto alla prima azione. E tira i remi in barca. La Ciurma sente l’aria di pesante contestazione che aleggia in panca. I tifosi rumoreggiano. La squadra è accusata di non lottare, di essersi già data per vinta. Piovono fischi su Berli, mai in partita, e saltano anche i nervi. Negli ultimi venti minuti il Borgo si mette a giochicchiare, provando schemi e conclusioni. Ma il nostro portiere diventa reattivo. Ed Enzo Plasmati indovina il sette con una botta dalla trequarti. Il gol della bandiera rende più baldi i sei eroi in campo, che una volta scongiurato il cappotto, macinano passaggi a vuoto con nuova compiaciuta serenità. Loro sono ancora reattivi, specie nello stretto, e chiudono gli spazi. A cinque dalla fine Berli riesce a saltare il suo primo avversario e all’ultimo minuto finanche a rubare un pallone servendo a Plasmati l’assist del clamoroso 2-5. Che a questo punto rischia di farci montare la testa, di fare male all’ambiente. Al triplice fischio finale, pesanti minacce della tifoseria che invade il campo rovinando una bella serata di pioggia e vento.

Pagelle

Barrassi: un lontano parente alcolizzato del portiere che conosciamo. Rallentato in maniera sospetta, ilare senza il benché minimo appiglio, sbaglia la prima uscita e prende un gol da punizione, sul suo palo con la barriera piazzata. Si rifà nella ripresa. 4
Guido: deciso nei contrasti, ma con evidenti limiti di tenuta atletica. Ogni volta che si sgancia lascia libertà al diretto avversario sulla fascia. Un bel colpo di testa poteva regalarci il pari nel primo tempo. Ma non l’ha fatto. 5-
Stramy: importante in fase di recupero, incerto e non supportato nelle ripartenze. Fallisce l’1-0, poi prova dalla distanza. Il campo pesante lo penalizza. Ma la sua chioma non ne risente. 5
Mattia: disciplinato, esegue il compitino assegnatogli senza infamia né lodi. Esce spesso creando una gradevole confusione ai margini della panchina. Batte le rimesse coi piedi in campo. 5
Valerio: rimpiazza Mattia prima e Guido poi alternando buone sgroppate a passaggi ritardati e fuori misura, quasi sempre in bocca all’avversario. Comunque non demorde. Anche se non si capisce bene a che pro. 5
Enzo Plasmati: nel primo tempo fa movimento, ma si schiaccia sulla linea del centrocampo senza dare profondità a Stramy. Nella ripresa, sblocca la squadra e realizza una preziosa doppietta. Notevole quando perde la fascia e si china a raccoglierla lasciando una prateria all’avversario. 6
Berli: non entra mai nel vivo dell’azione, si lascia intimorire dal campo pesante, dalla palla scivolosa, dal forcing avversario. La maglia bianca lo ingrassa. 4

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