sabato 13 marzo 2010

6-2. Abbiamo perso un set, non ancora il grande slam.

IV Torneo “In ricordo degli Assenti” – Curva Sud Piero
Girone Nero, Seconda Giornata

Fedelissimi – Ciurma Nemica 6-2 (2-1)

Formazione Ciurma: Barrassi, Leone, Juan, Berli jr, Enzo, Berli sr
In panca: Saracino, Stramy

Marcatori: Berli sr, Stramy

Cronaca

Abete: "Ha prevalso il calcio". Quello del chiosco: "Se vincete 8-0 la terza vi qualificate"

Il meglio lo si esprime nel riscaldamento. Agili scambi Topazio-Berli, ottime trame in verticale. Ogni tanto qualcuno prova la botta. Ogni tanto qualcun altro si va a riprendere il pallone nella pezza arata. Barrassi, due soli cicchetti all'attivo e tanto buonumore, rimane inoperoso.
I migliori auspici.
Squadre in campo in fila indiana. Buona presenza nei settori. L'arbitro chiede chi sia il capitano. Lo fa con tono arcigno. Tutti si nascondono, come a scuola quando il professore interroga. Alla fine è Berli il portavoce, acclamato a maggioranza dai suoi pavidi compagni.
"Salutate il pubblico", intima il direttore di gara. Ciao. I nostri gridano qualcosa dalla panca. Dal campo si risponde. L'arbitro si incarognisce: "Ragazzi, adesso basta!". Sguardi perplessi.
Si fa sul serio.
I Fedelissimi sono squadra offensiva. Attaccano in forze, lasciando un solo difensore a presidiare la fortezza. Gli spazi per gli avanti della Ciurma sono maggiori (se solo la Ciurma avesse degli avanti!), il terreno è pesante ma non scivoloso.
Barrassi tra i pali sembra avere una determinazione febbrile (e tanto buonumore). Juan dirige la difesa. E' talmente dimagrito che la M gli va larga. Sulle ali Berli junior e Leone. Giungono inspiegabili garanzie dal pacchetto arretrato. Stramy comincia in panca. E' ancora Berli-Topazio l'accoppiata avanzata, solo che il neocapitano decide di restare più indietro, ad intercettare palle a centrocampo.
"Non giocare più", gli gridano i fratelli e le sorelle dagli spalti.
C'è un buon feeling. Si percepisce.
I primi minuti sono di studio. I Fedelissimi provano la manovra avvolgente che già fu del Borgo. Ma Leone e Juan spezzano le trame. Senza timore. Ma le ripartenze non risultano altrettanto efficaci, e quando i terzini provano ad avanzare, è sempre la stessa storia del disagio atletico. Non si rientra. Poi un traversone senza pretese dei neri finisce per trovare l'incolpevole deviazione di Juan, che insacca sotto la traversa del Barrassi. Sembra una maledizione. I mugugni della piazza diventano aperte sconsiderate minacce. Questa squadra regge per un po', poi subisce il primo e tutti - in cuor loro - sanno che non recupererà mai più.
Comunque sia, Berli esce per lasciare spazio a Stramy, che tutto si può dire del biondino ma non che non sappia tenere palla e far alzare il baricentro. Entra anche Saracino, eroico nell'indossare una t-s bianca di due taglie più piccola. Stavolta è Topazio, gasato dalla doppietta all'esordio, a non fare alcun movimento, se non quelli per fans e telecamere. Nei tristi minuti della metà del primo tempo, anche il portiere si degna di buttare alle ortiche qualche vana, presuntuosa e immotivata speranza di recupero, passando ad un attaccante avversario un pallone che viene subito tramutato nel raddoppio. 2-0 e le minacce si fanno fisiche. Girano voci che il Conte stia molestando i coristi. Esce l'indolente individualista Topazio, che recrimina, e subentra Berli. Barrassi comincia a parare con serietà e compostezza. Berli, stimolato psichedelicamente (!) dal Conte, prova la botta da fuori. E quando si insacca nell'angoletto basso, partono i cinque minuti migliori del torneo. La squadra si distende, ci crede. E i mugugni rabbiosi cambiano campo. Dapprima è Stramy a confezionare per Berli un pallone che chiede solo d'essere spedito in fondo al sacco. Berli lo colpisce di sinistro, il portiere para d'istinto. Un doppio triangolo Stramy-Berli suscita simpatia. La curva si scuote. Si tifa, sugli spalti disabituati al bel gioco. E prima della fine del tempo l'occasionissima è suoi piedi di Leone, che ha il tempo di mirare l'angolo basso. Il portiere si supera. Finisce il primo tempo. Un primo tempo finito in crescita. Nella ripresa, però,
emerge la cattiveria dei Fedelissimi, che si rovesciano in avanti con l'obiettivo di chiudere la partita. La roccaforte regge Natale e Santo Stefano, finché il secondo autogol della serata - di Berli junior - non chiude i giochi. Restano oltre venti minuti da giocare, ma l'attimo di smarrimento della Ciurma dura un'eternità e si fa pagare a caro prezzo. In pochi minuti i Fedelissimi dilagano, portandosi sul 6-1. E la curva torna a contestare: "Giocate senza la maglia", "Quella bionda lì" e "Giovanni è Torta&Ferrari" sono i cori più cattivi. Gratuita violenza. Gli ultimi minuti sono di pura accademia, con gli schemi saltati e tante occasioni, da una parte e dall'altra. Realizza Stramy. E la curva unisex lo acclama come il più bello del torneo. Magra consolazione per una combriccola rabberciata partita con ben altri obiettivi.

Pagelle

Barrassi: stavolta para, l'anonimo ubriacone, ma nulla può contro il fato avverso e i suoi difensori cecchini, che lo uccellano due volte. Un solo svarione ci costa il 2-0, ma lui sorride. Beata incoscienza. 6,5
Leone: combatte, sradica, scalcia come un neonato. Qualcuno lo immagina centrale, lui si vede attaccante. Fatto sta che gioca bene, anche se i limiti di fiato non gli permettono arroganti sgroppate. 6
Stramy: il suo apporto cambia la partita. E questo mo aldilà del fatto che ha vinto Mister Torneo. 6,5
Berli junior: esegue il compito per cui è chiamato in campo, ma non si adatta subito e risulta intimidito. Un paio di botte le poteva mettere. Sfortunato in occasione dell'autorete. 6
Juan: gioca l'intera partita e non sembra risentirne. Ottimo nelle chiusure, viene saltato pochissime volte. Altre volte indietreggia anziché stroncare, ma è un dettaglio. 6
Saracino: si immola in fasce sulla fascia, viene saltato un paio di volte e in un'occasione si perde l'attaccante. Gioca poco, ma interviene efficacemente su alcuni rattoppi. Poi, finalmente, si leva
la L. 5,5
Topazio: vanesio, imborghesito dalla doppietta, vede movimenti senza palla che in realtà non esistono. Scuote la testa spesso e subisce lo stimolo di urinare al primo della ripresa. Rimane con le gambe strette per un tempo, per evitare guai peggiori. 4,5
Berli: segna la sua prima rete e ne fallisce almeno tre, ma rispetto all'esordio dialoga meglio coi suoi compari di reparto. Se il campionato durasse altre quindici giornate, fiorirebbe in agosto. 5,5

Vania: umorale, passa dalla contestazione al supporto e dal supporto alla contestazione in quindici minuti. Disorienta squadra e tifosi. E il suo fumo disorienta il guardalinee. 5
Conte: incisivo, determinato, furente, attento. Un motivatore psicologico dalla sottile ironia e dall'humor nero. Per paura della contestazione, scompare in una nuvola di incenso. 6
Nicola: scatta foto con parsimonia. SV

1 commento:

Anonimo ha detto...

Orsù..

Il portiere