martedì 23 marzo 2010

Un miserabile lunedì

VI Torneo “Campi Plebei” – Memorial Julian Ross
Seconda giornata


Assori - Dinamo Pagano 6-1 (3-1)

Formazione Dinamo
: Barrassi, Berli jr, Zingaro, Mattia, Berli sr, Nicola
In panca: nessuno, ma davvero nessuno.

Marcatore: Berli sr

Cronaca

Esordio con sconfitta per la Dinamo.
Una batosta figlia dei fatti, maturata a molte ore e a diversi chilometri di distanza dal campo di gioco e dal fischio d'inizio. Una debacle nata in infermeria – Dido, Leone, Topazio, Saracino – ed alimentata dal cellulare spento di Feninno, dai forfait di Zenga e Torbi. Sei persone sei, contate come a San Guglielmo, in campo per non marcare visita (cosa che effettivamente si poteva anche fare, visto che nessuna squadra affronta un match con tre titolari soltanto).

Sestetto che definire rabberciato è un eufemismo lieve: ci sono Barrassi e i fratelli Berli, reduci dall'epica mattanza di venerdì. E poi Mattia, Zingaro e Nicola. Di fronte un Assori che Stramy definiva “ostico”, ma che si presenta – sotto la pioggia fitta e sottile – in emergenza numerica. Al calcio d'avvio, la difesa s'assesta con Zingaro centrale e Mattia e Junior sulle fasce; Berli prende il centrocampo, mentre a Nicola spetta il compito di intrufolarsi nelle maglie avversarie. Il primo affondo è pagano, ed è vincente. Sull'asse della Berli family: Junior taglia al centro rasoterra, Senior stoppa e batte il portiere. L'1-0 sembra allungare l'aura d'epica. Tanto più che gli avversari non sembrano affatto irresistibili. Si mettono in luce i due avanti, uno alto e coriaceo, l'altro basso e tecnico. E la Dinamo deve correre molto per chiudere le falle e dare una mano allo spaesato Zingaro, che parte timoroso come il peggiore dei cristiani nell'arena. Risultato: nei primi cinque minuti si consuma l'80% del fiato a disposizione del sei schierato d'imperio dall'entusiasmo veltroniano del Barrassi. E quando uno smarcatissimo attaccante ha il tempo di girare in rete senza ostacoli un calcio d'angolo teso, si arguisce che forse Zingaro non è il centrale ideale che vorresti avere in un quarto di Europa League. Quando il tizio ripete pari pari l'esperimento a due minuti di distanza – solo che l'angolo proveniva dall'altra parte – si conclude che forse a Zingaro mancano proprio i fondamentali della marcatura. È in debito, si sente osservato, sotto esame e gioca di fino (o ci prova senza risultati) per stupire la pioggia. Il bello è che sul 2-1 la Dinamo trova spazi. Si può tenere palla, si può andare all'uno contro uno. Per tre volte Berli ha la palla del pari, prima del terzo gol assoriano. Poi, prima della fine del tempo, è Junior a vedersi salvato sulla linea un pallonetto che meritava miglior figura. Il 3-1 al riposo è onorevole. Ma il tracollo è dietro l'angolo. Nella ripresa è un continuo smadonnare Cristi e Madonne. Perché non si può, per pudore non si può, giocare così male. Senza idee, si dice, può anche andare. Ma senza l'abbiccì, senza uno straccio di consapevolezza, è molto più dura. A Berli junior fanno male gli stinchi e corre come uno strano animale preistorico; Mattia si trasforma nell'uomo invisibile; Nicola è solo come il proverbiale unico occhio nel paese degli orbi, Berli senior non va più al tiro e si innervosisce mortalmente. Mentre di Zingaro è saggio non approfondire la critica. Basti dire che la difesa prende il terzo gol fotocopia su angolo mentre lui fissa zoologicamente preoccupato il manto erboso. E Nicola si mangia le unghie. Non ci siamo. Berli senior strappa palla e caviglia al malcapitato attaccante avversario, reo di danzare col pallone davanti all'area mettendo in evidenza i limiti spaventevoli dei tre difensori nostrani, che per religioso precetto pasquale evitano di mettere un piede, di dare una spallata, finanche di provare il fallaccio da espulsione. Niente. In cinque contro cinque si arrotonda il parziale che, alla fine, fa la gioia di un raggiante Barrassi.

Pagelle

Barrassi: un liscio sul calcio d'angolo che porta in vantaggio l'Assori e una somma caparbietà nel voler disputare la partita con la squadra-minestrina. Per il resto, è la solita partita robusta, fatta di voli, determinazione, parate plastiche e recuperi miracolosi. 7

Berli junior: inizia bene, sulla scia del suo venerdì da leone. Poi risente di un dolore agli stinchi ed assume posture sempre più goffe. Caricato di responsabilità, dopo un primo tempo da piena sufficienza, torna il blando fiorettista che istiga all'omicidio rituale. Una nota: a poco più di 20 anni non si può andare in debito d'ossigeno così presto. Urge check-up. 5

Zingaro: ogni parola sarebbe una pietra da lapidazione. Sul finale cresce. 3

Mattia: saltella, Free Willy, e lo fa bene. Parte ordinato, con senso della posizione. Ma il gioco si sviluppa sull'asse Berli-Berli-Nicola, per vie centrali, e lo tira fuori dalle trame. Non si sovrappone per evidenti limiti di fiato. Nella ripresa tende a scomparire. Notevole il suo “devi morire!” gridato all'indirizzo di un collega della difesa. 5

Berli senior: anche il suo inizio è promettente, ma per reggere il ritmo dei primi dieci minuti avrebbe bisogno di tre polmoni extra. Un gol, qualche suggerimento, tre tiri fuori. Nella ripresa, invece di esplodere, implode. Stromberg. 5,5

Nicola: ha un grosso amore per le zone affollate, soffre di agorafobia, e stoppa sempre la palla nella stessa maniera. E puntualmente gli avversari gliela soffiano via. Meglio nell'ultima fase, quando parte da dietro. 5+


lunedì 22 marzo 2010

A pezzi, ma giochiamo comunque!

Strazianti urla di dolore si levano dall'infermeria di via Pagano.

La nottata eroica della Ciurma ha lasciato il segno.

Leone a letto con una caviglia fuori uso, Topazio zoppicante, Dido da giorni alle prese con un virus spaventevole. Senza contare la spalla di Berli senior, il piede sanguinante di Nicola e le noie di Mattia. E la misteriosa sparizione del Feninno, di cui non si hanno notizie da diverse ore.

In campo stasera contro l'Assori, la Dinamo sarà ben oltre la soglia d'emergenza.

Questo il probabile 6:

Barrassi, Berli junior, Feninno, Mattia (Torbi? Zingaro?), Berli senior, Nicola

sabato 20 marzo 2010

Epicamente fuori

IV Torneo “In ricordo degli Assenti” – Curva Sud Piero
Girone Nero, Terza Giornata

Ciurma Nemica - Facce strane 4-6 (2-0)

Formazione Ciurma: Barrassi, Leone, Juan, Berli jr, Stramy, Berli sr
In panca: vari spettatori

Marcatori: Berli sr (3), Leone

Cronaca

La Ciurma va sul 3-0, lotta, soffre e cede all'ultimo minuto alle Facce strane, dopo un tempo in inferiorità numerica. Mel Gibson: “Quasi quasi ci faccio un film!”,

Dopo la vittoria del Borgo sui Fedelissimi e la conseguente dipartita dei sogni matematici, la Ciurma doveva uscire a testa alta dal torneo. Onorare fino in fondo l'invito. Dimostrarsi squadra. Superare lo scetticismo. Ma quello che è successo ai santi Guglielmo e Pellegrino ha superato ogni più rosea aspettativa. Quotati a 6,00 contro le Facce strane, che già annunciano e pregustano un posto in finale, la Ciurma si presenta a ranghi ridotti. Inutile il turnover, si pensa in via Pagano. E così non si sostituiscono gli indisponibili Topazio e Mattia (noie al ginocchio). All'ultimo momento, anche Saracino da forfait. In sei, contati, salutano il pubblico. Dagli spalti si scattano foto. Spicca l'assenza di mister Conte, in rotta con la società. Squadra autogestita. Si parte e subito le FS sembrano più abbordabili degli altri due avversari affrontati: la palla gira meno, ci sono meno individualità. E quando Stramy conquista la possibilità di rilanciare, si aprono spazi e margini di riflessione palla al piede. Così, dopo un paio di scontri a centrocampo, è Barrassi a lanciare Berli in una prateria. Il portiere esce a valanga, Berli ci mette il piedino. La palla rotola in rete, Berli frana al suolo. La sua spalla ha fatto ciock, come il cuore di Luca Carboni. Dolore crescente. Ma non ci sono cambi. Si deve continuare. Intanto la Ciurma è in vantaggio, per la prima volta dall'inizio del torneo. Sugli spalti si comincia a mormorare qualcosa a proposito dell'Ufficio Inchieste. Ma le FS sono determinate. Forse hanno affrontato la gara con troppa sufficienza, risparmiandosi. Fatto sta che impegnano due volte Barrassi, fresco vincitore del titolo di Miglior Portiere al K3. Ma continuano a lasciare spazi dietro. E quando il terzetto difensivo Berli Junior-Juan-Leone intuisce che può temporeggiare senza allontanare palla allo sturzo, la partita cambia volto. La Ciurma sale palla al piede, fraseggia anche di prima, cerca e trova gli spazi generosamente lasciati dagli avversari. Juan, imbeccato da Berli, mette fuori di un niente a portiere immobile. Poi spara sull'esterno della rete ispirato da Stramy. Leone ci prova col tacco, il portiere salva. Lo stesso Stramy non chiude un triangolo al limite per eccesso di leziosità, ancora Juan non arriva sull'assist lungo di Berli in due contro il portiere. Barrassi svolge bene il suo compito, ma il 2-0 di Berli, che salta l'ultimo avversario a centrocampo, si invola e batte l'estremo con un tocco potente all'angolo, è il giusto coronamento ad un grande primo tempo. Le FS si innervosiscono. Devono vincere per arrivare prime nel girone. La Ciurma acquisisce la consapevolezza di potersela giocare, contando anche sul fattore psicologico. Nella ripresa ci si attende l'arrembaggio degli avversari. Invece è Berli Junior ad imbeccare, con un lungo lancio spiovente, Leone in sovrapposizione, che stoppa in corsa, si presenta davanti alla porta avversaria e realizza la terza rete. Sul 3-0 si tirano i remi in barca. Manca ancora mezz'ora, ma la Ciurma vista nel primo tempo non corre il rischio di prendere quattro reti. Invece, succede l'impensabile. Juan prende una pallonata sul naso. Sanguina, ma non vuole lasciare la squadra in inferiorità numerica. Dalla panchina gli si chiede di rifiatare. Nei due minuti che seguono, dapprima falcia un avversario, poi – per salvare la sua porta da una botta sicura – mette il piede sul contrasto. E rimane a terra. Il polpaccio fa male, gli impedisce di alzarsi. Esce. Mattia e Topazio chiedono all'arbitro di poter sostituire il compagno. Ma il tutore è irremovibile. La Ciurma è in cinque contro sei, a 20 dalla fine. E deve reggere l'assedio, che parte furioso. E in breve tempo riporta sotto gli Strani: è 3-2. Si chiama ad una strenua resistenza, Berli Junior sta per vomitare sulla fascia: ha dato tanto, ha corso. Adesso è in debito. Stramy prova a tenere palla, ma la tattica più efficace risulta spazzare. In un paio di occasioni ci si distende in contropiede. Junior d'esterno trova il fratello che prova ad anticipare l'estremo, che mette in angolo. Poi è sempre Berli a spedire fuori di poco, al volo su corner. E infine, Barrassi non vede partire la botta del pareggio. Esplodono i fans delle FS. Ma non basta ancora. Il pari qualificherebbe Borgo Croci. Leone, per tutta risposta, sente uno stiramento. E s'accascia sulla linea laterale. Non ce la fa a rientrare. Qualcuno chiede la sospensione, ma si va avanti. Quattro contro sei per dieci minuti. L'assedio diventa spaventoso. La partita si fa cattiva. Manovrano in cinque al limite dell'area, sparano come al luna park. Junior salva due volte sulla linea. Barrassi si supera. Poi però deve capitolare su un diagonale vincente. Sembra la fine. Invece la Ciurma triplica la forza di volontà e si lancia all'attacco. Uno dei loro salva sulla linea una botta di Berli, poi è lo stesso Berli – di testa su corner pennellato di Stramy – ad ottimizzare un'uscita incerta del portiere. È il pari. L'incredulità si impossessa dei presenti, mentre in panchina è un viavai di ghiacchio e bevande, con gente stesa e dolente che manco il lazzaretto. Il 4-4 regge fino all'ultimo minuto. Il gol delle FS è accolto da un boato di sollievo. Ma la Ciurma non s'arrende. L'arbitro fissa quello scenario di dolore che è la panchina pirata e dice: “Dai ragazzi, manca solo un minuto”. In quei sessanta secondi, Barrassi esce dai pali, serve Berli e s'incunea nel vuoto. Berli gli da il pallone di ritorno. Passasse, avrebbe una prateria davanti. Un'intera metà campo per battere il portiere. Ma la sfera rimane incastrata tra le gambe di un centrocampista giallo. Che fa partire l'azione del definitivo 6-4 senza portiere. Triplice fischio. Applausi.

Nel calcio conta vincere, non c'è dubbio, caro Vania. Ma se devo immaginare una sconfitta, immagino questa.

Pagelle

Barrassi: con una o due “r”, è sempre un signor portiere. Si oppone da sagoma al tiro al bersaglio del secondo tempo. E peccato per quella botta che non vede partire. E anche quel traversone che finisce per spingere in porta. Ma tant'è. 7,5

Berli junior: lotta, non toglie la gambetta, s'incaponisce, cresce col passare dei minuti. Bello l'assist a Leone per il 3-0. Bello anche l'atto del vomito. 7

Leone: col passare dei minuti calibra passaggi e interventi, si propone con sicurezza, avanza deciso e si trova due volte a tu per tu col portiere avversario. Cede psicologicamente per una breve frazione dopo l'infortunio di Juan. Poi si riprende. 6,5

Juan: sicuro, puntuale. Lotta e si propone anche in avanti. Sfortunatissimo nel contrasto che gli causa l'infortunio. Se solo fosse uscito cinque minuti... 6,5

Stramy: parte in sordina, poi prende confidenza con gli spazi, si ripulisce da una certa leziosità e diventa efficace e cinico. In quattro non abbandona la nave che affonda. 7

Berli: ispirato, come ha detto Barrassi. 7 da, se lo merita...

sabato 13 marzo 2010

6-2. Abbiamo perso un set, non ancora il grande slam.

IV Torneo “In ricordo degli Assenti” – Curva Sud Piero
Girone Nero, Seconda Giornata

Fedelissimi – Ciurma Nemica 6-2 (2-1)

Formazione Ciurma: Barrassi, Leone, Juan, Berli jr, Enzo, Berli sr
In panca: Saracino, Stramy

Marcatori: Berli sr, Stramy

Cronaca

Abete: "Ha prevalso il calcio". Quello del chiosco: "Se vincete 8-0 la terza vi qualificate"

Il meglio lo si esprime nel riscaldamento. Agili scambi Topazio-Berli, ottime trame in verticale. Ogni tanto qualcuno prova la botta. Ogni tanto qualcun altro si va a riprendere il pallone nella pezza arata. Barrassi, due soli cicchetti all'attivo e tanto buonumore, rimane inoperoso.
I migliori auspici.
Squadre in campo in fila indiana. Buona presenza nei settori. L'arbitro chiede chi sia il capitano. Lo fa con tono arcigno. Tutti si nascondono, come a scuola quando il professore interroga. Alla fine è Berli il portavoce, acclamato a maggioranza dai suoi pavidi compagni.
"Salutate il pubblico", intima il direttore di gara. Ciao. I nostri gridano qualcosa dalla panca. Dal campo si risponde. L'arbitro si incarognisce: "Ragazzi, adesso basta!". Sguardi perplessi.
Si fa sul serio.
I Fedelissimi sono squadra offensiva. Attaccano in forze, lasciando un solo difensore a presidiare la fortezza. Gli spazi per gli avanti della Ciurma sono maggiori (se solo la Ciurma avesse degli avanti!), il terreno è pesante ma non scivoloso.
Barrassi tra i pali sembra avere una determinazione febbrile (e tanto buonumore). Juan dirige la difesa. E' talmente dimagrito che la M gli va larga. Sulle ali Berli junior e Leone. Giungono inspiegabili garanzie dal pacchetto arretrato. Stramy comincia in panca. E' ancora Berli-Topazio l'accoppiata avanzata, solo che il neocapitano decide di restare più indietro, ad intercettare palle a centrocampo.
"Non giocare più", gli gridano i fratelli e le sorelle dagli spalti.
C'è un buon feeling. Si percepisce.
I primi minuti sono di studio. I Fedelissimi provano la manovra avvolgente che già fu del Borgo. Ma Leone e Juan spezzano le trame. Senza timore. Ma le ripartenze non risultano altrettanto efficaci, e quando i terzini provano ad avanzare, è sempre la stessa storia del disagio atletico. Non si rientra. Poi un traversone senza pretese dei neri finisce per trovare l'incolpevole deviazione di Juan, che insacca sotto la traversa del Barrassi. Sembra una maledizione. I mugugni della piazza diventano aperte sconsiderate minacce. Questa squadra regge per un po', poi subisce il primo e tutti - in cuor loro - sanno che non recupererà mai più.
Comunque sia, Berli esce per lasciare spazio a Stramy, che tutto si può dire del biondino ma non che non sappia tenere palla e far alzare il baricentro. Entra anche Saracino, eroico nell'indossare una t-s bianca di due taglie più piccola. Stavolta è Topazio, gasato dalla doppietta all'esordio, a non fare alcun movimento, se non quelli per fans e telecamere. Nei tristi minuti della metà del primo tempo, anche il portiere si degna di buttare alle ortiche qualche vana, presuntuosa e immotivata speranza di recupero, passando ad un attaccante avversario un pallone che viene subito tramutato nel raddoppio. 2-0 e le minacce si fanno fisiche. Girano voci che il Conte stia molestando i coristi. Esce l'indolente individualista Topazio, che recrimina, e subentra Berli. Barrassi comincia a parare con serietà e compostezza. Berli, stimolato psichedelicamente (!) dal Conte, prova la botta da fuori. E quando si insacca nell'angoletto basso, partono i cinque minuti migliori del torneo. La squadra si distende, ci crede. E i mugugni rabbiosi cambiano campo. Dapprima è Stramy a confezionare per Berli un pallone che chiede solo d'essere spedito in fondo al sacco. Berli lo colpisce di sinistro, il portiere para d'istinto. Un doppio triangolo Stramy-Berli suscita simpatia. La curva si scuote. Si tifa, sugli spalti disabituati al bel gioco. E prima della fine del tempo l'occasionissima è suoi piedi di Leone, che ha il tempo di mirare l'angolo basso. Il portiere si supera. Finisce il primo tempo. Un primo tempo finito in crescita. Nella ripresa, però,
emerge la cattiveria dei Fedelissimi, che si rovesciano in avanti con l'obiettivo di chiudere la partita. La roccaforte regge Natale e Santo Stefano, finché il secondo autogol della serata - di Berli junior - non chiude i giochi. Restano oltre venti minuti da giocare, ma l'attimo di smarrimento della Ciurma dura un'eternità e si fa pagare a caro prezzo. In pochi minuti i Fedelissimi dilagano, portandosi sul 6-1. E la curva torna a contestare: "Giocate senza la maglia", "Quella bionda lì" e "Giovanni è Torta&Ferrari" sono i cori più cattivi. Gratuita violenza. Gli ultimi minuti sono di pura accademia, con gli schemi saltati e tante occasioni, da una parte e dall'altra. Realizza Stramy. E la curva unisex lo acclama come il più bello del torneo. Magra consolazione per una combriccola rabberciata partita con ben altri obiettivi.

Pagelle

Barrassi: stavolta para, l'anonimo ubriacone, ma nulla può contro il fato avverso e i suoi difensori cecchini, che lo uccellano due volte. Un solo svarione ci costa il 2-0, ma lui sorride. Beata incoscienza. 6,5
Leone: combatte, sradica, scalcia come un neonato. Qualcuno lo immagina centrale, lui si vede attaccante. Fatto sta che gioca bene, anche se i limiti di fiato non gli permettono arroganti sgroppate. 6
Stramy: il suo apporto cambia la partita. E questo mo aldilà del fatto che ha vinto Mister Torneo. 6,5
Berli junior: esegue il compito per cui è chiamato in campo, ma non si adatta subito e risulta intimidito. Un paio di botte le poteva mettere. Sfortunato in occasione dell'autorete. 6
Juan: gioca l'intera partita e non sembra risentirne. Ottimo nelle chiusure, viene saltato pochissime volte. Altre volte indietreggia anziché stroncare, ma è un dettaglio. 6
Saracino: si immola in fasce sulla fascia, viene saltato un paio di volte e in un'occasione si perde l'attaccante. Gioca poco, ma interviene efficacemente su alcuni rattoppi. Poi, finalmente, si leva
la L. 5,5
Topazio: vanesio, imborghesito dalla doppietta, vede movimenti senza palla che in realtà non esistono. Scuote la testa spesso e subisce lo stimolo di urinare al primo della ripresa. Rimane con le gambe strette per un tempo, per evitare guai peggiori. 4,5
Berli: segna la sua prima rete e ne fallisce almeno tre, ma rispetto all'esordio dialoga meglio coi suoi compari di reparto. Se il campionato durasse altre quindici giornate, fiorirebbe in agosto. 5,5

Vania: umorale, passa dalla contestazione al supporto e dal supporto alla contestazione in quindici minuti. Disorienta squadra e tifosi. E il suo fumo disorienta il guardalinee. 5
Conte: incisivo, determinato, furente, attento. Un motivatore psicologico dalla sottile ironia e dall'humor nero. Per paura della contestazione, scompare in una nuvola di incenso. 6
Nicola: scatta foto con parsimonia. SV

venerdì 12 marzo 2010

OGGETTO: Rinvio Panzao-Dinamo

Comunicazione di servizio

La Dinamo comunica all'Organizzatore Supremo del Torneo Campi Plebei d'aver ricevuto una telefonata dell'addetto stampa dell'Atletico Panzao il quale, in forma del tutto amichevole (ci teniamo a riconoscerglielo) e usando termini appropriati, ha chiesto di rinviare la prima partita,
prevista per martedì 16, data la coincidenza con la gara internazionale dell'Inter (che toglierà diversi elementi al Panzao, convocati da Mourinho per l'insidiosa trasferta londinese).

L'idea iniziale di rinviare la partita a martedì 23 è però impraticabile, giacché cozza con l'impegno di lunedì 22 (allorquando entrambe le squadre saranno in campo per la seconda giornata del
Plebei).

Si suggerisce all'OS la data di venerdì 26. Ma l'OS non ha bisogno di suggerimenti, quindi annunciamo che attaccheremo il somaro laddove vorrà il fattore.

Saluti pagani.

Conte silurato. Anzi no. La Ciurma nel caos.

Abete: "Sono giochi di potere che nulla hanno a che fare col calcio". Murdoch: "Sono in ballo interessi che rovinano lo spettacolo".

Le voci sono quelle che sono. E non sono confortanti.
E' bastata la sonora scoppola dell'esordio, e in casa Ciurma s'è aperta l'Era del Caos.
Tifosi in subbuglio, scarsa chiarezza societaria, spogliatoio spaccato.
Tutto è cominciato nella serata di mercoledì. Mentre sul campo Indomabili e Regime davano vita ad una delle partite più equilibrate e belle dell'intero torneo. A via Pagano, su pressione della piazza, la società annunciava d'aver silurato il mister Conte. E proclamava urbi et orbi il nome del nuovo allenatore, quell'Angelo Vania richiamato - consorte e prole al seguito - dalle innevate pianure padane per salvare la stagione. Al Conte veniva imputato lo scarso decisionismo, la
mancanza di pugno duro, di polso. I tifosi, la società e qualche giocatore (si vocifera Plasmati), hanno puntato il dito sull'impassibilità del Caronte Nemico mentre la barca affondava sotto i
colpi di Borgo Croci. E così, mentre i club organizzati annunciavano bellicosi ultimatum in vista della delicata sfida verità con i Fedelissimi, il Vania si è presentato alla stampa: sospetto di
zemanianesimo, il vulcanico istrione emigrato si è subito proposto agli attoniti giornalisti come l'Eziolino Capuano del Torneo dei Santi Guglielmo e Pellegrino. Ma il ritorno del Conte, imbufalito, ha dato alla vicenda i contorni di un vero e proprio giallo. "Il presidente è Saracino, e Saracino mi ha confermato la fiducia. Io resto al mio posto e non riconosco la nuova presunta guida tecnica. Sdabs". Raggiunto real time telefonicamente da una trasmissione locale, lo stesso presidente ha confermato le parole del Conte, dicendosi possibilista, però, sull'ipotesi di un duo Conte-vania a ricalcare le gesta del più blasonato e vincente Porta-Pecchia. I ben informati, tuttavia, parlano di giochi di potere all'interno della Ciurma. Si vocifera di un cartello contiano tra i giocatori. Si parla, più o meno esplicitamente, di pressioni sul patron. Si allude ad una fronda anti-Vania tra i senatori. E in questa confusione, si prepara la delicata sfida di stasera (ore 21). Incassati i forfait del Nazzaro (ginocchio in disordine) e di Nicola (disordine mentale), con il probabile stop anche del goleador Plasmati, si è aperto il fronte motivazionale. Qualche
elemento teme la disfatta. Berli chiama alla prova di compattezza e di dignità: "Senza dimenticare lo spirito del torneo, oggi dobbiamo scendere in campo per noi stessi. Anche perdere con onore non è un male. Voglio un Barrassi astemio e incazzato, una difesa arcigna, maggiore movimento a centrocampo. E spero di non scivolare". Questi i convocati (Jacob, ore 19:30): Barrassi, Juan, Daniele, Berli junior (Saracino), Stramy (Topazio), Berli senior. In attesa anche Guido, che potrebbe diventare il secondo cambio in caso di improvviso rifiuto di Topazio. Sugli spalti non meno di 4 tifosi al seguito. Si avviano nelle macchine dei giocatori, per mettergli pressione addosso.

domenica 7 marzo 2010

Ciurma sconfitta. Mister Conte: "Spero solo che i ragazzi non si montino la testa"

IV Torneo “In ricordo degli Assenti” – Curva Sud Piero
Girone Nero, Prima Giornata

Borgo Croci – Ciurma Nemica 5-2 (4-0)

Formazione Ciurma: Barrassi, Guido, Stramy, Mattia, Enzo, Berli
In panca: Valerio

Marcatore: Enzo (2)

Cronaca

La prima telefonata parte poco dopo la ramanzina ai bambini incapaci e imbarazzati. Mancano tre ore al calcio d’inizio e squadra e tifoseria sono in sede. A fraternizzare. Tensione, tensione spasmodica, nervi contratti, singulti, convulsioni. Fa un freddo lappone, e mareggiate di vento riempiono di spilli la faccia degli eroi dei Santi Guglielmo e Pellegrino. Come Crispino e Crispiano. I cicchetti sciolgono muscoli e lingua. Si parla a ruota libera. Abbiamo visto Fedelissimi e Facce Strane all’opera, le altre avversarie del Moggiano Girone Nero – Girone d’Inferno – che ci è stato dato in dono dalla sorte e dal bim-bum-ba-le-giù. Non sono deboli, ma non sembrano imbattibili. E da due giorni siamo a mille. Del resto: abbiamo allungato il fiato con due partite preparatorie, abbiamo finanche qualche schema nel bagaglio a mano. Possiamo giocarci le nostre carte. E questa sicurezza ci devasta. Non vediamo l’ora che siano le 21. Un’ora prima siamo al campo. E non c’è nessuno. Nessuno striscione in ricordo degli assenti, nessuna pezza, nessuna bandiera. Solo il vento, che ancora procede a mareggiate. Ricapitoliamo le indicazioni: Barrassi andrà tra i pali. Contiamo sulla sua vitalità, anche se è quello che sente di più la partita. In face ha addirittura annunciato che non pensa ad altro da giorni, smascherando quanto vane siano le velleità della sua esistenza. Dietro, a presidiare il blocco, a dare disposizioni ferree alle ali, ai terzini, è Stramy. Confidiamo sulla sua la classe dal centrale-regista. A sinistra Guido, chiamato a rompere col fisico le trame avversarie; a destra Mattia, obbligato a correre verso la libertà. In divisa sembra Beccalossi. È un amuleto vivente del calcio d’un tempo. Dopo poco farà spazio a Valerio e darà avvio al turnover. Enzo-Topazio-Plasmati va in cabina di regia, come il Boncompagni di Non è la Rai senza Ambra. Con la fascia sembra Pamela. Avanti, il Berli, a cui si chiede concretezza. Gli avversari sono in campo. Improvvisamente. È cambiata la scena. Adesso loro hanno la maglia rossa, noi quella bianca, e attorno c’è gente. Il Conte in panchina, nonostante il megafono, da indicazioni sottovoce. Un minuto di silenzio in memoria di chi non c’è più. Il fischio dell’arbitro. Il calcio d’avvio che ci coglie impreparati. Loro fanno girare palla con tocchi semplici ed efficaci. Centro-sinistra-centro-destra-centro. Noi arguiamo che sanno giocare a pallone e cominciamo coraggiosamente ad indietreggiare. Mezzo metro per volta, finché inevitabilmente – seguendo le ferree leggi della fisica – al 2’ è già assedio. Guido spezza qualche azione di qua, Mattia prende qualche pallone di là. Ma in sostanza soffriamo a bestia. Non riusciamo a recuperare palla, e anche se lo facessimo, non sapremmo dove andare. Schiacciati. Loro non tirano, dimostrano di voler pazientare. Giocano come il gatto col topo e per poco Stramy non li beffa: si trova, non si sa come, solo davanti al portiere, lo salta ma perde l’attimo. È il momento migliore della Ciurma. Dura tre giri d’orologio. Tre minuti spettacolari nei quali riusciamo a piazzare un triangolo, una mischia e un colpo di testa telefonato. Poi subentra la stanchezza. E loro passano con un colpo di testa su svarione difensivo. Uno di quei gol che il Barrassi non prende mai. Non si reagisce. E i tre tiri successivi nello specchio sono altrettanti gol. Una media spaventosa. All’intervallo è 4-0. Nella ripresa, per non perdere il ritmo, Borgo Croci insacca il quinto alla prima azione. E tira i remi in barca. La Ciurma sente l’aria di pesante contestazione che aleggia in panca. I tifosi rumoreggiano. La squadra è accusata di non lottare, di essersi già data per vinta. Piovono fischi su Berli, mai in partita, e saltano anche i nervi. Negli ultimi venti minuti il Borgo si mette a giochicchiare, provando schemi e conclusioni. Ma il nostro portiere diventa reattivo. Ed Enzo Plasmati indovina il sette con una botta dalla trequarti. Il gol della bandiera rende più baldi i sei eroi in campo, che una volta scongiurato il cappotto, macinano passaggi a vuoto con nuova compiaciuta serenità. Loro sono ancora reattivi, specie nello stretto, e chiudono gli spazi. A cinque dalla fine Berli riesce a saltare il suo primo avversario e all’ultimo minuto finanche a rubare un pallone servendo a Plasmati l’assist del clamoroso 2-5. Che a questo punto rischia di farci montare la testa, di fare male all’ambiente. Al triplice fischio finale, pesanti minacce della tifoseria che invade il campo rovinando una bella serata di pioggia e vento.

Pagelle

Barrassi: un lontano parente alcolizzato del portiere che conosciamo. Rallentato in maniera sospetta, ilare senza il benché minimo appiglio, sbaglia la prima uscita e prende un gol da punizione, sul suo palo con la barriera piazzata. Si rifà nella ripresa. 4
Guido: deciso nei contrasti, ma con evidenti limiti di tenuta atletica. Ogni volta che si sgancia lascia libertà al diretto avversario sulla fascia. Un bel colpo di testa poteva regalarci il pari nel primo tempo. Ma non l’ha fatto. 5-
Stramy: importante in fase di recupero, incerto e non supportato nelle ripartenze. Fallisce l’1-0, poi prova dalla distanza. Il campo pesante lo penalizza. Ma la sua chioma non ne risente. 5
Mattia: disciplinato, esegue il compitino assegnatogli senza infamia né lodi. Esce spesso creando una gradevole confusione ai margini della panchina. Batte le rimesse coi piedi in campo. 5
Valerio: rimpiazza Mattia prima e Guido poi alternando buone sgroppate a passaggi ritardati e fuori misura, quasi sempre in bocca all’avversario. Comunque non demorde. Anche se non si capisce bene a che pro. 5
Enzo Plasmati: nel primo tempo fa movimento, ma si schiaccia sulla linea del centrocampo senza dare profondità a Stramy. Nella ripresa, sblocca la squadra e realizza una preziosa doppietta. Notevole quando perde la fascia e si china a raccoglierla lasciando una prateria all’avversario. 6
Berli: non entra mai nel vivo dell’azione, si lascia intimorire dal campo pesante, dalla palla scivolosa, dal forcing avversario. La maglia bianca lo ingrassa. 4