martedì 25 gennaio 2011

La dodicesima


Campetti Brescia, Lunedì 24 gennaio, ore 21

Dinamo Pagano – Titograd FC 1-11 (1-5)

Formazione: Barrassi, Berli junior, Gisoldo, Vescera, Leone, Berli senior
In panca: Dido

Marcatori: Leone

Cronaca

In tanti anni di sfide col Titograd – di derby, come ci piace ancora chiamarlo nonostante i nostri cugini non siano più quelli di Juan al centro della difesa e del Conte tra i pali – mai era successo d’essere sepolti da 10 reti di scarto.  L’11-1 finale di questa sfida di gennaio, apre la strada a diverse valutazioni. La prima, attorno alla quale ruotano tutte le altre, è sconfortante e realistica: la cura Bellitti, con la sua disposizione in campo, i 2 difensori e il play, la linea aggressiva a tre a centrocampo e i 2 attaccanti, ha aperto un mondo ai ragazzi; ma la sfida con l’Essedì, che per lunghi tratti avevano meritato di vincere e che comunque hanno giocato alla pari, ha illuso i nostri oltremisura. Il risultato è stato che, per la prima volta in tanti anni, sono scesi in campo con l’idea di giocarsela. Nonostante la sproporzione tra tecnica e fiato stia lì a spiegare perché, in sette tornei, il Titograd è il Titograd e la Dinamo è la Dinamo. Non è un caso che l’evoluzione, si direbbe darwiniana, dei blu-celesti abbia portato a una sola boa alta e centrale, a quattro difensori e all’unico schema della palla alta a scavalcare il centrocampo. I mister devono adattarsi al patrimonio umano che posseggono. Non possono permettersi di plasmare l’ideale. Fu l’errore di Zeman, quando spinse Foggia e il Foggia a credere di poter giocare a viso aperto contro il Milan di Van Basten e Baresi. E certi sbagli si pagano con le umiliazioni. Nella fredda e umida serata di Brescia, la Dinamo senza Cantelmo perde un prezioso riferimento tecnico. Sopperisce alzando il baricentro di Leone, da affiancare a Berli senior. Vescera fa il play, e sulle sue spalle grava gran parte del lavoro sporco della difesa e del contrattacco. Difesa a due, con l’alternanza tra Gisoldo (rientrante), Berli junior e Dido. Nel Titograd manca Jordan e questo fa incaponire ancor di più il sestetto pagano. Dopo venti minuti di riscaldamento, e cinque di torello, il fiato dei nostri è già ai minimi storici. Il Titograd scende in campo senza neanche fare una corsetta. Attacca da subito. Ma la Dinamo si difende e prova a ripartire, anche se l’aggressività degli slavi è imparagonabile a quella dell’Essedì: questi fendono gli spazi e si trovano a memoria, laddove quelli avevano difficoltà a superare la linea mediana. Ma è la Dinamo a sbloccare, con Leone, imbeccato da Dido. L’1-0 convince ancora di più i bellittiani, che sfiorano il raddoppio, sempre con Leone. Al 10’, più o meno, si accende la spia rossa. La Dinamo ha finito l’ossigeno e la benzina. Mani sui fianchi per molti. E parte un lungo, noioso, mai osteggiato, monologo dei campioni in carica. La Dinamo alterna persone e ruoli, ma non serve a nulla, neppure a limitare i danni. La catastrofe è figlia dell’entusiasmo. E di una certa supponenza. La Dinamo è una squadra operaia che vive di rari lampi emotivi, frutto di particolari condizioni di tensione. È per natura portata ad arroccarsi, a sopperire con l’agonismo ai limiti tecnici e tattici. Quando manca il riferimento alla grande impresa, resistere 55 minuti è uno strazio. Lo strazio che abbiamo vissuto.

Pagelle

Barrassi: para, e tanto, specie nel primo tempo, quando ancora serve a qualcosa. Nella ripresa, più volte si trova solo contro due o tre avversari. Limita i danni. 7
Gisoldo: parte con grinta, ma la difesa a due lo fa soffrire. Tende a chiudere al centro, come il suo collega dirimpettaio. E lascia praterie a destra. Poi prova avanti, e nonostante l’impegno, non cava un ragno dal buco. 4,5
Berli junior: quando riceve palla la da in orizzontale. Davanti a lui possono aprirsi anche i Campi Elisi, ormai è nell’ottica del fraseggio. Subisce come tutti quando la difesa si schiaccia facendo avanzare gli avversari. Nella ripresa, abbandona ruolo e amici. 4
Dido: lento nel possesso, non da mai la sensazione di trovarsi a proprio agio, né di aver trovato una collocazione. I suoi lanci in verticale finiscono sempre nel vuoto più desolante. 4
Vescera: soffre il maggior pressing avversario, non può spaziare come con l’Essedì. Ne è prova la continua gara a involarsi solitario della ripresa. 5
Leone: indolente, quasi fermo, a volte si rifiuta persino di inseguire gli avversari o di ripiegare alle loro ripartenze. Svogliato. 4
Berli senior: a sua discolpa solo l’ormai consolidata abitudine di non mollargli più palloni in verticale. Fa un assist, non tira mai in porta, non stoppa un pallone, scivola 4 volte. 3,5

Bellitti: ha provato a modificare una visione delle cose consolidata, come le rocce sedimentarie. Massimo rispetto all’Alchimista, ma l’impresa è impossibile. SV

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli avversari sono stati dannatamente superiori. Credo che questo sarebbe successo a prescindere dal modulo, e dal piazzamento.

E' vero che non si modificano in 2 partite consolidate applicazioni, ma almeno dovremmo riflettere sulla possibilità di, ok non allenarci, ma fare almeno una partitella il venerdì.

Barrassi

Anonimo ha detto...

Buona ragazzi e' stata una bella partita anche se non ho visto la grinta e' l'agonismo che dovrebbe essere d'obbligo per sopperire alle carenze tecnico-fisiche.
Comunque partita correttisima una sola punizione per gioco pericoloso
penso non sia mai successo.

Un caloroso abbraccio GIANGY.