martedì 18 gennaio 2011

L'undicesima


Campetti Brescia, Lunedì 17 gennaio, ore 22

Essedì Shop - Dinamo Pagano 7-5 (1-3)

Formazione: Barrassi, Dido, Leone, Vescera, Cantelmo, Berli senior
In panca: Davo, Berli junior

Marcatori: Cantelmo (2), Vescera (2), Davo

Cronaca
Serata londinese per il giro di boa della Dinamo. Nebbia padana e pubblico delle grandi occasioni sulle scialbe panchine bresciane. Dopo il rinvio a data da destinarsi della gara con l’Atletico Panzao, per i blu-celesti di Dido (che è l’unico a sfoggiare ancora la divisa ufficiale) c’è l’Essedì Shop di Fiorenzo Figurella. È la gara d’esordio del nuovo acquisto Vescera, la gara del ritorno in squadra di Davo e Cantelmo, ma soprattutto la prima del nuovo mister. Il Bellitti-Paròn si presenta motivato, con la sua fedele Peroni e il suo scudiero indigente Mattia. Impartisce suggerimenti dopo un’estenuante lezione di tattica al chiuso della stamberga. Spregiudicato, punta sulla linea a tre a centrocampo, sulla difesa alta zemaniana e assegna a Vescera, giovanissimo dal fiato e i piedi buoni, il ruolo di play. E la sua creatura al pronti-via è già in vantaggio. Dido scodella al centro per Cantelmo, che al volo supera il portiere ed insacca. Un minuto dopo, con l’Essedì tramortita, è Berli senior a mancare il raddoppio. L’Essedì non reagisce, i pagani bloccano le fonti del gioco, e i biancoverdi vanno in affanno. Il raddoppio è la logica conseguenza della pressione. Realizza proprio il nostro nuovo play, con una botta da fuori. E prima del ventesimo, è Davo a portare a tre le reti di vantaggio. Sembra una serata da incorniciare. L’Essedì si scuote, ma anche Barrassi, che devia in angolo un diagonale insidioso, sembra lucido e presente, lontano parente dell’incerto numero 1 delle festività natalizie. Mister Bellitti, in un clima di euforia generale, s’esalta e s’incaponisce. Mancano tre minuti alla fine del tempo, potrebbe attendere pacioso l’intervallo. Invece, con un magistrale protagonismo degno del miglior Roberto Sedinho, fa entrare Dido proprio durante la battuta di un calcio d’angolo avversario. La confusione generata dalla sostituzione libera l’attaccante in area, che accorcia. E sprofonda la Dinamo nel solito psicodramma. Le gambe si fanno pesanti, la tensione aumenta, la paura di non tenere il parziale s’impossessa dei nostri. Che, nella ripresa, fedeli alla linea, si trasformano in balorde statue di sale. I primi dieci minuti del secondo tempo sono uno spot della confusione mentale. Pubblicità progresso. Il Paròn impartisce indicazioni, invoca il nome di “Francesco” dozzine di volte, ma la squadra è ferma e gioca di rimessa, spazzando come ai bei tempi. Ma il forte crolla. In pochi minuti l’Essedì prende coraggio e affonda il coltello nella piaga cerebrale dei nostri. È il sorpasso. 4-3 per loro e, a 15 minuti dal termine, ognuno – in campo e sugli spalti – si aspetta il peggio. Invece Dido trova un rigore parso dubbio e Cantelmo realizza la sua doppietta dal dischetto. La nebbia diventa fitta, ma la Dinamo sembra rinascere. Anche il nuovo vantaggio biancoverde non viene percepito come la solita tragedia greca. In panca sale l’incitamento, mentre l’avvinazzato Mattia – clessidra etilica – sancisce che mancano 7 minuti al termine. Peppe critica. Ma la squadra reagisce bene, e nella girandola folle dei cambi del Sedinho (che a un certo punto schiera Berli junior in attacco per sorprendere tutti, primo fra tutti Berli junioe), trova il gol del pari. È ancora una botta da fuori di Vescera a riportare la luce. La Dinamo, a questo punto, crede nel colpaccio. A 4 minuti dal termine è Dido a sparare sul portiere il pallone della possibile vittoria. E siccome il calcio – e anche il calcetto, se è per questo – è uno sport beffardo e a tratti stronzo, a tre giri di lancette dal termine, sul capovolgimento di fronte, è il povero Berli junior, entusiasta e fomentato per l’intera partita, a servire all’attaccante biancoverde un assist che chiede solo d’essere buttato dentro. Che quello, manco a dirlo, butta dentro. Il gol getta nello sconforto i nostri, che hanno dato l’anima. Dido ha ancora il tempo di non correggere in rete, e l’Essedì realizza in un contropiede stellare a rete che suggella il definitivo 7-5. Si esce tra gli applausi di tutti. Tranne quelli di Peppe. Che però non può fare così…

Pagelle

Barrassi: smaltito il panettone, è tornato decisivo. Tiene in piedi la squadra quando il crollo psicologico potrebbe far dilagare l’Essedì. Incolpevole sui 7 gol avversari. 7,5
Dido: pulito nella prima frazione, quando esegue alla perfezione il giro-palla desiderato da quel pazzo novello dell’allenatore. Nella ripresa più avanzato, ma meno incisivo e troppo lento. Dovrebbe prendere confidenza col gol. Sul rigore, ci avvaliamo del legittimo impedimento. 6
Leone: roccioso finché la barca regge, soffre il campo scivoloso nelle rare sgroppate oltrecortina. Nella ripresa, si regge sui nervi più che sulla tecnica. 5,5
Vescera: veloce e attento, si lascia sfuggire l’attaccante una sola volta nell’intera partita. Ordinato, realizza anche 2 reti. 7
Cantelmo: si trova bene nella nuova posizione, esordisce con un gol dopo 20” e si dimostra freddo sul rigore. Buona prova. 6,5
Berli senior: interpreta il primo tempo old-style, e il commissario tecnico lo sostituisce. Nella ripresa, quando interpreta il volere del ct, non arriva mai al tiro. 5
Davo: sicuro e sereno nel primo tempo, più confusionario nella ripresa, quando sbaglia alleggerimenti e stop, anche per via del terreno di gioco reso viscido dalla nebbia della brughiera. Un gol di caparbietà. 5,5
Berli junior: corre, suda, s’impegna e quando sente l’impresa si fa in quattro. E il destino perverso gli mette sui piedi una palla che avrebbe potuto tranquillamente appoggiare a Barrassi o, meglio ancora, spedire nelle immaginarie tribune della fantasia. Invece, decide di servirla in orizzontale. 5,5

Bellitti: disegna pallini alla lavagna con una certa maestria. Affida i compiti giusti e beve birra con eleganza e competenza. Fino al 27’ del primo tempo, una prova esemplare. Poi sente la chiamata divina. E la ripresa spiega il motivo del suo interessamento alla Dinamo. È il pazzo che mancava alla collezione. 6

Mattia: tiene il tempo come gli 883, spregiudicatamente agghindato come un homeless del Minnesota. Beve vino con malagrazia, stoppa il cronometro su un fallo laterale e si ricorda di riavviarlo dopo un po’. Ma, come una meridiana enologica, scandisce i minuti a bicchieri.

Il pubblico: tutti eccellenti, tranne Peppe.

NB: le gare del Plebei durano 25+30 min. Per comune accordo, abbiamo giocato 30+35. Ed abbiamo preso tre gol nei minuti che potevamo non giocare. “Basta che ci siamo divertiti”. Vafammoc.

2 commenti:

Unknown ha detto...

i patti erano chiari:con il pareggio, nessuna contestazione;con la sconfitta, bordate di fischi!

Anonimo ha detto...

Si sente la poesia dei vecchi radiocronisti di un tempo in questo splendido resoconto.

Grazie Berli. E grazie anche a Mattia e Bellitti, muse ispiratrici di questa magia prosaica.

Barrassi, a stomaco vuoto.