mercoledì 4 maggio 2016

A corto di fiato

Campetti Brescia, Quadrangolare “Paolo List”, Mercoledì 27 aprile, ore 21

Vecchio Regime – Dinamo Pagano 38 8-4 (3-0)

Formazione: Tommaso, Joshua, Leone, Berli junior, Carmine, Berli senior

Marcatori: Berli senior (2), Leone, autorete


Quando scendiamo in campo per i rituali calcetti al pallone, per i finti stiracchiamenti modello stratching, per gli scatti miscredenti, ci rendiamo conto che siamo davvero pochini. Mentre quelli del Vecchio hanno una panchina che, così a prima vista, ci appare lunga, larga e profonda. Col fiato che ci ritroviamo, questo dettaglio non sarà secondario nell’economia della seconda partita del quadrangolare dedicato a Paolo List. Entrambe le compagini reduci da brutte sconfitte e desiderose di dimostrare quanto valgono. Quando in campo rimaniamo sei e sei, ci rendiamo conto che non sono solo cambi quelli in panchina. A noi non ci vengono a vedere manco i cani, ormai. Il senso dell’amicizia si sta erodendo come la calotta artica. I primi dieci minuti sono di ottima qualità agonistica. Joshua, l’uomo che ci ha garantito il quorum in un Lazzaretto da Prima mondiale, è ben posizionato, fa valere la sua stazza ed anticipa spesso l’avanti avversario. Loro premono, ma la Dinamo non va in affanno. Non da subito, almeno. Per sbloccare l’equilibrio c’è bisogno di una grande giocata. E, chiaramente, non è la nostra. Lancio lungo a cambiare campo, a cercare l’esterno, cross basso di questi in mezzo e anticipo al volo sotto la traversa. Stavolta Tommaso, più che degno tra i pali, non può arrivarci. Uno a zero e replay. Loro che premono, noi che cominciamo ad accusare. La seconda marcatura è una botta da fuori. La terza, proprio sul fischio, è un contropiede tre contro zero a margine di un corner nostro. Una follia dettata dalla fretta. Che poi, arriviamo a battere gli angoli con le facce di chi cela un segreto, di chi possiede uno schema. E il primo che va alla bandierina, immancabilmente, o la sparacchia in fallo laterale dall’altra parte e chiede scusa. O la batte bassa e forte sul primo palo, sui piedi dell’avversario. E chiede scusa. Il nostro schema, il segreto nostro, è chiedere scusa. Nella ripresa, dopo un po’ d’acqua e qualche minuto a rifiatare, partiamo meglio. Attacchiamo. Con parsimonia, ma attacchiamo. Il 3-1 arriva presto. Leone, per vie centrali. E, come sempre accade al Vecchio Regime, al primo malanno parte il valzer della tragedia. Volano accuse, offese gratuite, secchiate di disistima. Col risultato che uno dei loro ci dona l’autorete che vale il 2-3. Berli senior prova da lontano a beffare il portiere. Non ci riesce. Sarebbe stato l’insperato pari. Invece, giunge il quarto sigillo dei “rossi” del Vecchio. E la partita smette di essere una lotta su ogni pallone per aprirsi in spazi immensi e non sfruttati. L’alternanza delle reti vede la doppietta di Berli senior utile solo ai tabellini (il 3-6 e il 4-8 definitivo). In sostanza, una partita che la Dinamo ha giocato a corto di fiato. 

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